Il termineboho-chicè stato coniato nella storia della moda recente del ventunesimo secolo, intorno al 2004/2005 grazie ad alcune celebrità come l’attrice Sienna Miller e la top model Kate “Super” Moss, le quali, essendo donne di stile che spesso dettano inconsapevolmente tendenze, non si sono fatte scappare l’occasione di calarsi perfettamente nella parte presentandosi al festival di Glastonbury con nuovi outfits ispirati allo stile bohémien e hippie.
credit: pinterest
Sostanzialmente è appunto una rivisitazione degli stili bohémien-hippie, ma con uno sguardo chic: uno stile comodo e apparentemente “trasandato”, ma in realtà studiato nei minimi dettagli.
Vediamo nello specifico le due maxi ispirazioni di questo stile: iniziamo dai Bohémien.
Le origini del termine boho.
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La parola boho è l’abbrevazione della parola bohémien con cui si identificavano certi artisti francesi del XIX secolo, poeti e liberi pensatori, che si ribellarono a una società corrotta, autoritaria e opprimente che secondo loro avviliva fantasia e immaginazione; il risultato fu un atteggiamento ribelle e uno stile di vita non convenzionale che trovò comprensione e ispirazione nei bassifondi e nei quartieri più poveri dove vivevano i gitani: gente di altre culture e costumi, spesso girovaghi e viaggiatori, ai quali si ispirarono. Erroneamente all’epoca si pensava che tutti i gitani venissero dalla regione della Boemia ed ecco perchè il termine bohémien.
I bohémien ispirarono anni dopo la controcultura hippie, altra maxi ispirazione dello stile boho-chic.
Le origini del movimento hippie.
Il movimento hippie o hippy nacque intorno al 1965 nella west coast e durò intensamente circa una decina d’anni; essi respingevano con forza le istituzioni, criticavano i valori della classe media, erano contrari alle armi nucleari e alla Guerra del Vietnam, abbracciavano aspetti della filosofia orientale, erano spesso vegetariani ed ambientalisti. Gli hippie si opponevano all’ortodossia politica e sociale, scegliendo la pace, l’amore, la fratellanza e la libertà personale, facevano spesso uso di droghe e praticavano l’amore libero.
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Una ricerca di indipendenza che si esprimeva anche nel modo di vestire e nella voglia di viaggiare, due cose che creavano senso comunitario e nel caso del viaggio senso della condivisione e dell’amicizia. Così con pochi mezzi e uno zaino in spalla, giovani di tutto il mondo si misero in viaggio, non solo all’interno dell’America, ma in Europa e poi oltre…
Il senso di comunità nel viaggio: l’hippie trail.
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Nacque così l’incredibile hippie trail: un viaggio via terra verso l’India, un viaggio che noi “poveri viaggiatori” del XXI secolo possiamo solo sognare.
Centinaia di migliaia di giovani partivano dall’Europa spesso in autostop o con ex autobus e/o camioncini e passando per Atene arrivavano a Istanbul; da qui prendevano un treno o proseguivano con i loro mezzi per la Turchia centrale arrivando in Iran, attraversando Teheran e superando il confine afgano a Herat. E ancora verso il sud dell’Afghanistan attraverso Kandahar per giungere a Kabul, e poi attraverso le montagne verso il Pakistan e ancora oltre fino al confine indiano.
Una volta in India si sparpagliavano un pò ovunque nell’immensa e calda madre India, la maggior parte si riuniva nelle spiagge di Goa o nei centri di meditazione più famosi come Rishikesh e i suoi asram.
Contaminazioni etniche lungo il cammino.
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Attraversando queste terre lontane e dalle tradizioni antichissime vennero stimolati e ispirati e, dal momento che partivano con poco o niente, tornavano da questi viaggi con abiti e accessori tipici dei luoghi etnici visitati: gonne ampie,vestiti colorati, coperte ricamate, collane e orecchini di pietre dure,bracciali a non finire, maxi borse di paglia o di cuoio ricamato …
Infine coerenti con le loro ideologie e odiando il sistema capitalistico in crescita, indossavano spesso cose usate e trovate sul loro cammino e in generale prediligevano lavori artigianali o tipici: risultato un mix di giacche militari, abiti floreali indiani, orecchini di piume dei nativi d’america e maxi borse di cuoio marocchino.
Quello che lo rende intramontabile è proprio la sua natura libera, privo di regole, altamente personalizzabile, che non ricerca per nulla la perfezione quanto piuttosto un particolare inaspettato, destabilizzante, insolito a sottolineare personalità di un certo carattere.
Lo stile boho-chic: un mix hippie-bohémien sempre attuale.
Il termine boho-chic è stato coniato nella storia della moda recente del ventunesimo secolo, intorno al 2004/2005 grazie ad alcune celebrità come l’attrice Sienna Miller e la top model Kate “Super” Moss, le quali, essendo donne di stile che spesso dettano inconsapevolmente tendenze, non si sono fatte scappare l’occasione di calarsi perfettamente nella parte presentandosi al festival di Glastonbury con nuovi outfits ispirati allo stile bohémien e hippie.
Sostanzialmente è appunto una rivisitazione degli stili bohémien-hippie, ma con uno sguardo chic: uno stile comodo e apparentemente “trasandato”, ma in realtà studiato nei minimi dettagli.
Vediamo nello specifico le due maxi ispirazioni di questo stile: iniziamo dai Bohémien.
Le origini del termine boho.
La parola boho è l’abbrevazione della parola bohémien con cui si identificavano certi artisti francesi del XIX secolo, poeti e liberi pensatori, che si ribellarono a una società corrotta, autoritaria e opprimente che secondo loro avviliva fantasia e immaginazione; il risultato fu un atteggiamento ribelle e uno stile di vita non convenzionale che trovò comprensione e ispirazione nei bassifondi e nei quartieri più poveri dove vivevano i gitani: gente di altre culture e costumi, spesso girovaghi e viaggiatori, ai quali si ispirarono. Erroneamente all’epoca si pensava che tutti i gitani venissero dalla regione della Boemia ed ecco perchè il termine bohémien.
I bohémien ispirarono anni dopo la controcultura hippie, altra maxi ispirazione dello stile boho-chic.
Le origini del movimento hippie.
Il movimento hippie o hippy nacque intorno al 1965 nella west coast e durò intensamente circa una decina d’anni; essi respingevano con forza le istituzioni, criticavano i valori della classe media, erano contrari alle armi nucleari e alla Guerra del Vietnam, abbracciavano aspetti della filosofia orientale, erano spesso vegetariani ed ambientalisti. Gli hippie si opponevano all’ortodossia politica e sociale, scegliendo la pace, l’amore, la fratellanza e la libertà personale, facevano spesso uso di droghe e praticavano l’amore libero.
Una ricerca di indipendenza che si esprimeva anche nel modo di vestire e nella voglia di viaggiare, due cose che creavano senso comunitario e nel caso del viaggio senso della condivisione e dell’amicizia. Così con pochi mezzi e uno zaino in spalla, giovani di tutto il mondo si misero in viaggio, non solo all’interno dell’America, ma in Europa e poi oltre…
Il senso di comunità nel viaggio: l’hippie trail.
Nacque così l’incredibile hippie trail: un viaggio via terra verso l’India, un viaggio che noi “poveri viaggiatori” del XXI secolo possiamo solo sognare.
Centinaia di migliaia di giovani partivano dall’Europa spesso in autostop o con ex autobus e/o camioncini e passando per Atene arrivavano a Istanbul; da qui prendevano un treno o proseguivano con i loro mezzi per la Turchia centrale arrivando in Iran, attraversando Teheran e superando il confine afgano a Herat. E ancora verso il sud dell’Afghanistan attraverso Kandahar per giungere a Kabul, e poi attraverso le montagne verso il Pakistan e ancora oltre fino al confine indiano.
Una volta in India si sparpagliavano un pò ovunque nell’immensa e calda madre India, la maggior parte si riuniva nelle spiagge di Goa o nei centri di meditazione più famosi come Rishikesh e i suoi asram.
Contaminazioni etniche lungo il cammino.
Attraversando queste terre lontane e dalle tradizioni antichissime vennero stimolati e ispirati e, dal momento che partivano con poco o niente, tornavano da questi viaggi con abiti e accessori tipici dei luoghi etnici visitati: gonne ampie, vestiti colorati, coperte ricamate, collane e orecchini di pietre dure, bracciali a non finire, maxi borse di paglia o di cuoio ricamato …
Infine coerenti con le loro ideologie e odiando il sistema capitalistico in crescita, indossavano spesso cose usate e trovate sul loro cammino e in generale prediligevano lavori artigianali o tipici: risultato un mix di giacche militari, abiti floreali indiani, orecchini di piume dei nativi d’america e maxi borse di cuoio marocchino.
Uno stile libero ed eclettico.
Lo stile boho-chic è quindi un mix tra gitano e etnico, comodo e confortevole, femminile e sensuale in maniera non convenzionale, spesso romantico e nostalgico, sempre unico, eclettico.
Quello che lo rende intramontabile è proprio la sua natura libera, privo di regole, altamente personalizzabile, che non ricerca per nulla la perfezione quanto piuttosto un particolare inaspettato, destabilizzante, insolito a sottolineare personalità di un certo carattere.