Nel Vietnam nord occidentale, sulle Alpi Tonchinesi, si può osservare un mosaico di etnie minori tra le più spettacolari in quest’area del mondo.
Le loro tradizioni, che vantano millenni di storia, sono state preservate dal territorio in cui vivono; originarie del nord della Cina, alcune addirittura dalla lontana e fredda Siberia, di stampo prettamente nomade, nel corso dei secoli si sono spostati e in fine dovuti adattare a territorio e clima per trovare un posto nel mondo dove continuare a vivere in pace le loro tradizioni.
Inizialmente ostacolati dal governo vietnamita per motivi religiosi, ora sono largamente tollerati, anche perché contribuiscono a generare introiti all’industria turistica grazie ai loro incredibili costumi tipici.
In particolare l’etnia con gli abiti tipici più colorati e ricamati è quella dei H’mong.
Prevalentemente animisti, i H’mong venerano gli spiriti, coltivano riso e piante medicinali e allevano animali, tutto ad alta quota. Sono capaci di trasformare intere colline in spettacolari coltivazioni a terrazzamento, irrigate e rese accessibili, vere e proprie opere architettoniche e artistiche. Vivono ancora in case costruite interamente con materiali vegetali e argilla, secondo il metodo medievale e sono molto riservati.
Terrazzamenti coltivati a riso sulle montagne vicino a Can Cau
La società H’mong è caratterizzata da una grande solidarietà tra i membri della stessa comunità e il mercato è un momento di scambi vivaci non solo puramente commerciali; abituati a vivere tra le montagne e piantagioni, il giorno di mercato è una grande occasione di confronto e condivisione e per questo indossano i loro abiti migliori.
Esistono diversi sottogruppi di H’mong : neri, bianchi, rossi e a fiori, ognuno dei quali ha un proprio codice di abbigliamento. Ovviamente quelli più variopinti sono i H’mong a fiori.
Qualche anno fa abbiamo avuto la fortuna di fare un viaggio in Vietnam ed insieme a mio marito abbiamo potuto vedere con i nostri emozionati occhi tutte queste variopinte differenze.
Mentre gli uomini coltivano la terra, le donne hanno il compito di badare alla prole e alla casa, ma principalmente la cultura femminile è incentrata sulla tessitura.
Le stoffe sono tessute con materiali naturali come cotone o canapa e poi cucite in variopinte gonne, come nel caso dei H’mong a fiori o tinte all’indaco come usano i H’mong neri e poi cucite in splendidi gilet dal colletto riccamente decorato.
Con un viaggio in motocicletta, abbiamo raggiunto, attraverso montagne ricche di una vegetazione lussureggiante, il mercato settimanale di Can Cau, vicino a Bac Ha.
Giunti a destinazione ci siamo immersi in quella atmosfera quasi sacra, fatta di gesti semplici e lenti, uguali a loro stessi da millenni. Luoghi dove arrivi quasi a credere che la perfezione esiste!!
Ci tornerò presto!! Voglio approfondire l’argomento e inoltre facendo tappa ad Hanoi e girovagando nelle strade della città vecchia, avevo scovato un negozio di abiti vintage di varie etnie: in pratica il paradiso per me!!
Il Vietnam e i H’mong: quando l’abito fa l’etnia.
Nel Vietnam nord occidentale, sulle Alpi Tonchinesi, si può osservare un mosaico di etnie minori tra le più spettacolari in quest’area del mondo.
Le loro tradizioni, che vantano millenni di storia, sono state preservate dal territorio in cui vivono; originarie del nord della Cina, alcune addirittura dalla lontana e fredda Siberia, di stampo prettamente nomade, nel corso dei secoli si sono spostati e in fine dovuti adattare a territorio e clima per trovare un posto nel mondo dove continuare a vivere in pace le loro tradizioni.
Inizialmente ostacolati dal governo vietnamita per motivi religiosi, ora sono largamente tollerati, anche perché contribuiscono a generare introiti all’industria turistica grazie ai loro incredibili costumi tipici.
In particolare l’etnia con gli abiti tipici più colorati e ricamati è quella dei H’mong.
Prevalentemente animisti, i H’mong venerano gli spiriti, coltivano riso e piante medicinali e allevano animali, tutto ad alta quota. Sono capaci di trasformare intere colline in spettacolari coltivazioni a terrazzamento, irrigate e rese accessibili, vere e proprie opere architettoniche e artistiche. Vivono ancora in case costruite interamente con materiali vegetali e argilla, secondo il metodo medievale e sono molto riservati.
La società H’mong è caratterizzata da una grande solidarietà tra i membri della stessa comunità e il mercato è un momento di scambi vivaci non solo puramente commerciali; abituati a vivere tra le montagne e piantagioni, il giorno di mercato è una grande occasione di confronto e condivisione e per questo indossano i loro abiti migliori.
Esistono diversi sottogruppi di H’mong : neri, bianchi, rossi e a fiori, ognuno dei quali ha un proprio codice di abbigliamento. Ovviamente quelli più variopinti sono i H’mong a fiori.
Qualche anno fa abbiamo avuto la fortuna di fare un viaggio in Vietnam ed insieme a mio marito abbiamo potuto vedere con i nostri emozionati occhi tutte queste variopinte differenze.
Mentre gli uomini coltivano la terra, le donne hanno il compito di badare alla prole e alla casa, ma principalmente la cultura femminile è incentrata sulla tessitura.
Le stoffe sono tessute con materiali naturali come cotone o canapa e poi cucite in variopinte gonne, come nel caso dei H’mong a fiori o tinte all’indaco come usano i H’mong neri e poi cucite in splendidi gilet dal colletto riccamente decorato.
Con un viaggio in motocicletta, abbiamo raggiunto, attraverso montagne ricche di una vegetazione lussureggiante, il mercato settimanale di Can Cau, vicino a Bac Ha.
Giunti a destinazione ci siamo immersi in quella atmosfera quasi sacra, fatta di gesti semplici e lenti, uguali a loro stessi da millenni. Luoghi dove arrivi quasi a credere che la perfezione esiste!!
Ci tornerò presto!! Voglio approfondire l’argomento e inoltre facendo tappa ad Hanoi e girovagando nelle strade della città vecchia, avevo scovato un negozio di abiti vintage di varie etnie: in pratica il paradiso per me!!
Semplicemente in movimento!
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